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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Volontà sacrificale Paterna: la terrestre mia passiva inimicale
sul bene inerente: l’umana autorità genitoriale.
Dio comanda:
1) Nella Bibbia comanda alla prima coppia. Dà a Mosè il
Decalogo (la forma è di Mosè)
2) Gesù comanda ai suoi.
Ma Dio comanda a modo divino: comandare: com-ire:
andare con l’altro (al sacrificale)

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro che sei nei cieli. Sia fatta la tua volontà
sacrificale: la celeste e la terrestre.
Preghiera da dirci e da fare. Il Padre vuole il sacrificale
suo celeste. Vuole pure il terrestre: il suo e il nostro. Il
nostro attivo e passivo, il passivo cosmico e inimicale. Il
nemico mi può sacrificare i beni componenti, aderenti,
inerenti: dignità e autorità umana.
Per bene illuminare e radiografare l’autorità umana, ci
siamo accostati alla divina Figliale e Paterna. La divina è
sacrificale, l’umana è egoisticale.
Lo è quella genitoriale. Il figlio lo sentono loro proprietà,
da non perdere, ma da conservare e difendere, facendo
scorrere la loro volontà sulla crescita appropriativa del
figlio. La propria volontà va detta al figlio, con la disposizione
ad accettarne il rifiuto.
Non va comandata con la forza egoisticale. È qui che non
possiamo ignorare la protesta dei genitori, che sanno dire
questa sola cosa: noi siamo i rappresentanti di Dio! Dio
comanda, noi pure dobbiamo comandare ai nostri figli. Se
non intendete mollare, almeno vogliate rapportare e adeguare
i comandi alla crescita del figlio.
1) Nella Bibbia Dio comanda. Il primo comando va alla
prima coppia: un comando proibitivo, una minaccia
punitiva, un giudizio applicativo e una condanna definitiva.
È il Padre che comanda o è la persona religiosa
che lo ha fatto comandare, immaginando che anche Dio
debba fare come facciamo noi?
Il Padre comanda al suo popolo che si è scelto fra tanti,
per disporlo ad accogliere il suo Figlio.
Comanda mediante un uomo che ha tutte le qualità di
comandante: è Mosè: profeta nel quale Dio fa scorrere
il suo pensiero religioso e morale.
La sostanza del Decalogo è vera, verissima, è divina.
Ma la forma è marcatamente umana, come umana è la

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castigazione aggiunta ai comandi. È il Padre che dice di
santificare la festa, ma è Mosè che condanna a morte
quei due che sono stati sorpresi a tagliare la legna in
giorno di sabato.
2) Nel Vangelo il Figlio comanda ai suoi discepoli:
‘Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri’.
Una delle accuse più forti e insistenti era che Gesù
faceva massacro nel campo delle legge divina.
Massacro l’ha fatto nel campo delle tradizioni secolari,
per affermare la quali scribi e farisei non temevano
finanche affermare il quarto comandamento: Onora il
padre e la madre.
Gesù stesso si difende da una accusa falsa: non sono
venuto ad abolire la legge e i profeti, ma a portare a
compimento (perfezione).
Se Gesù non avesse usato la forma del comando avrebbe
dato fuoco alla accusa di massacratore della legge. Ma né
il Padre né il Figlio comandano alla maniera umana.
Comandano invece alla maniera divina.
La etimologia del verbo comandare racchiude proprio la
maniera divina: comandare significa: andare con un altro.
Dal latino: cum-ire: andare con.
Il Padre è venuto con me: il Visuato Paterno me lo ha
pneumaticamente mostrato.
Espropriato quel raggio mi si cede con una concezione
battesimale cresimata, non per pura compagnia, ma mi si
dà da vivere al sacrificale. Rimane con me anche quando
Satana me lo ha egoisticizzato avviandolo alla morte.
Quello che fa il Padre, lo fa il Figlio: ha comandato ai suoi
amici: è andato cioè con loro, si è lasciato sacrificare.
Comando sacrificale il suo.
Comandi egoisticali invece i nostri.

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