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Decimo dono: il sacrificale da dirci e da fare.
Volontà sacrificale Paterna: il mio sacrificale passivo,
inimicale sul bene inerente: l’umana autorità ecclesiale.
Che fa la Chiesa cristiana? Gesù ci detta la coscienza cristiana:
leggi antiche + comandamento nuovo: amare
come Lui. Amichevolmente, beneficamente, sacrificalmente.
Segno distintivo. È suo dal suo amore preso. Nessuna
minaccia punitiva. È la coscienza cristiana.

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Sia fatta la tua volontà sacrificale: la celeste e la terrestre.
Preghiera da dirci e da fare. Il Padre vuole il sacrificale
suo celeste. Vuole pure il terrestre: il suo e il nostro. Il
nostro attivo e passivo, il passivo cosmico e inimicale. Il
nemico mi può sacrificare i beni componenti, aderenti,
inerenti: dignità e autorità umana.
Per bene illuminare e radiografare l’autorità umana, ci
siamo accostati alla divina Figliale e Paterna. La divina è
sacrificale. L’umana genitoriale è egoisticale.
E l’ecclesiale? Il decentramento del sacrificale ha provocato
una catena di interventi egoisticali, tutti monopolizzatori.
La Chiesa si è data il monopolio: della verità, della
infallibilità, della salvezza, delle coscienze. Potere e diritto
di formare e modificare la coscienza spetta esclusivamente
a Dio e personalmente allo Pneuma. Appropriarsi di
un tale diritto è gravissima violazione dalle conseguenze
disastrose. Tutta la Chiesa universale Paterna se ne va per
i secoli con una coscienza istintiva egoisticale e piacerale.
Da essa estrae una Chiesa privilegiata: l’ebraica, e la va
dotando di una coscienza fideata legalistica. Propone il
Decalogo, non lo impone. Prontamente la Chiesa ebraica
ne fa suo monopolio.
Si dà alla manipolazione sulla indissolubilità del matrimonio:
vi inserisce il libello del ripudio. Si dà alla sostituzione
dei precetti divini con umani. Su dà alla ingiunzione di
minacce punitive, fino alla pena di morte. La Chiesa ebraica
ha monopolizzato la coscienza ebraica. E la Cristiana
che cosa ha fatto? Gesù non ha affidato alla sua Chiesa il
compito di far su le coscienze, solo di divulgarla. Lui stesso
ha proposto ciò che si doveva mandare a coscienza.
Gesù propone una coscienza fideata; la si fa su con la fede:
il mezzo. Il contenuto è legalistico: ci si deve convincere
della bontà della legge. Ma quale legge?
1) Ripropone le leggi antiche accuratamente purgate da
ogni manipolazione, sostituzione e ingiunzione penale.
L’ha apertamente inculcato: ‘Non sono venuto ad abolire
la Legge e i Profeti’.
2) Ma non bastano, perché è venuto a completare quello
che in antico non c’era. Per questo Gesù propone un
comandamento nuovo.
Quale?
All’uscita di Giuda dal cenacolo, Gesù proclama la sua
gloria; la fa rimbalzare sul Padre, e a questi rifluisce sul
Figlio. Per che cosa? Dà il via al suo sacrificale. I Giudei
non lo possono seguire.
E per ora neppure i suoi. A Pietro dirà: mi seguirai più
tardi. E perché i suoi lo possano seguire affida loro un
comandamento nuovo: ‘Vi do un comandamento nuovo:
amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati’. Come ama
Gesù? Sacrificalmente. Così devono amare i suoi: sacrificalmente.
Segno distintivo dei suoi: ‘In questo conosceranno
che siete miei discepoli’. Lui ci dà la esemplarità e
a noi tocca la ripetitività.
Quel comandamento nuovo da dove lo prende? Lui lo
compone in realtà, e poi lo propone. Se ne attribuisce la
paternità del nuovo: ‘Questo è il mio comandamento: che
vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi’.
Come? Sacrificalmente. Vecchio purgato e nuovo esemplificato,
noi cristiani siamo chiamati a mandarli in
coscienza. Non vi aggiunge alcuna minaccia punitiva, ma
solo la indicazione della nostra preclusione al Regno di
Dio: ‘Non chi dice: Signore, Signore, ma chi fa’ la sua
volontà sacrificale’.

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