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Decimo dono: il sacrificale da dirci e da fare.
*) Bontà sacrificale Paterna. Il mio sacrificale passivo,
inimicale sul bene inerente: l’umana autorità ecclesiale.
Lettura pneumatica degli orrori ecclesiali. Lo scandalo
viene dalla stimata adesione agli uomini di Chiesa. Ma gli
orrori li vuole il Figlio cui non si concede l’inferno dell’amore,
ma ottiene solo una temporale passione pneumatica
ecclesiale.
Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Sia fatta la tua volontà sacrificale: la celeste e la terrestre.
Preghiera da dirci e da fare. Il Padre vuole il sacrificale
suo celeste. Vuole pure il terrestre: il suo e il nostro. Il
nostro attivo e passivo, il passivo cosmico e inimicale. Il
nemico mi può sacrificare i beni componenti, aderenti,
inerenti: dignità e autorità umana.
Per bene illuminare e radiografare l’autorità umana, ci
siamo accostati alla divina Figliale e Paterna. La divina è
sacrificale. L’umana genitoriale è egoisticale. E l’ecclesiale?
Sacrificale o egoisticale? All’origine degli enormi sbagli
della Chiesa cristiana si è messo un gravissimo scambio
di posizione. Il sacrificale è stato decentrato, il beneficale
è stato incentrato. Ne è venuta una catena di interventi
egoisticali tutti monopolizzatori.
1) Monopolio della verità.
2) Monopolio della infallibilità.
Accertata la perfetta identità fra amore egoisticale e odio,
tanto da chiamarlo: amore di odio (amore di morte), abbiamo
individuato la sorgente dell’odio ecclesiale.
L’egoisticità genera l’odio. Così abbiamo potuto affermare
che l’egoisticità ecclesiale è stata e in parte è tutt’ora ‘la
matrice di tutti gli errori e di tutti gli orrori dell’autorità
ecclesiale’. Non possiamo ignorare la meraviglia dei miei
fratelli, espressa così: noi non conosciamo nulla di questi
orrori, noi ci sentiamo scandalizzati e ci viene a mancare
la fiducia e la stima sempre avuta verso l’autorità ecclesiale.
Non possiamo approvare né lo scandalo né la sfiducia.
Vuol dire che non vi siete appoggiati a Dio, ma soltanto
agli uomini di Chiesa, ritenendo la loro autorità pari a
quella divina. Sopraesaltazione istillata dalla medesima
autorità, che con grande cura ha tenuto nascosto questo
orrori. Ecco la comprensione pneumatica dell’accaduto.
È vero: sono stai gli uomini di Chiesa egoisticizzata a
compiere quegli orrori storici; ma, a monte, c’è una volontà
che li supera, li precede e li dirige. È la volontà del
Padre e del Figlio. Che vuole questo Figlio? Gesù è tutto
amore sacrificale Figliale. Per quell’amore vuole per
accettazione dalla Chiesa ebraica il suo orribile sacrificale
crociale. Una passione sensibile limitata nel tempo. In preghiera
nell’Orto degli Ulivi domanda al Padre la grazia di
poter subire con Lui la morte eterna dell’amore in una porzione
umana, ma il Padre non gliela concede, per cui non
gli resta che gridare l’abbandono dalla croce.
Ottiene però un’altra passione nella sua Chiesa e dalla sua
autorità. Una passione pneumatica ecclesiale. La vuole il
Figlio, che anela a salvare morendo. È Lui che vuole la sua
morte pneumatica nella stessa massa di cristiani che si
vanno sfideando. Domani, quando farà unità sostanziale
con i suoi, vorrà una morte pneumatica sostanziale. Lo
vuole per devozione al Padre.
Il Padre vuole il sacrificale ecclesiale suo e del Figlio, che
si piega docilmente e dolcemente. Lo vuole per accettazione
ecclesiale. Siamo noi a confezionare la passione pneumatica
del Figlio ecclesiato. Un sacrificale ecclesiale che
ha pure il suo segno sensibile. Nella Messa abbiamo la
confluenza del suo sacrificale pneumatico con quello
somatico condensato nel pane e nel vino: corpo dissanguato.
Non posso mangiare il somatico e poi denunciare, colpire
e calpestare i misfatti e gli orrori di una autorità ecclesiale.
Il mio rispetto, la mia fiducia, il mio amore alla
Chiesa non verranno mai a mancare. Guardo, ammiro e

adoro il sacrificale ecclesiale del Figlio.

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