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Decimo dono: il sacrificale da dirci e da fare.
Volontà sacrificale Paterna: il mio sacrificale passivo,
inimicale sul bene inerente: l’umana autorità ecclesiale.
Terzo anello: monopolio della salvezza. In ogni Chiesa: e
nella universale e nelle particolari c’è la salvezza.
Lasciare o continuare la missione. C’è un comando
Figliale, ma soprattutto c’è la donazione Paterna al
Figlio. Noi le diamo l’ausilio sensibile.

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro che sei nei cieli. Sia fatta la tua volontà
sacrificale: la celeste e la terrestre. Preghiera da dirci e da
fare. Il Padre vuole il sacrificale suo celeste. Vuole pure il
terrestre: il suo e il nostro. Il nostro attivo e passivo, il passivo
cosmico e inimicale. Il nemico mi può sacrificare i
beni componenti, aderenti, inerenti: dignità e autorità
umana. Per bene illuminare e radiografare l’autorità
umana, ci siamo accostati alla divina Figliale e Paterna. La
divina è sacrificale. L’umana genitoriale è egoisticale. E
l’ecclesiale? Il decentramento del sacrificale ha provocato
una catena di interventi egoisticali, tutti monopolizzatori.
Così nella Chiesa cristiana: si è dato corpo al monopolio
della verità, della infallibilità, al monopolio della salvezza
(la salvezza è solo cristiana). Ma la nostra Chiesa è solo
una Chiesa particolare dopo l’ebraica e prima della
Pneumatica, Chiese che sono sbocciate da una Chiesa
Paterna universale.
La salvezza parte dalla Chiesa Paterna universale e scorre
nelle Chiese particolari con un crescendo di completezza
e di perfezione. Gesù stesso l’ha affermato: ‘Non crediate
che io sia venuto a disfare la Legge o i Profeti: non sono
venuto a disfare, ma a completare’. Per questo la sua salvezza
si fa più esigente: ‘In verità vi dico: se la vostra giustizia
non abbonda più di quella degli scribi e dei farisei,
non entrerete nel Regno dei Cieli’. Poiché la salvezza
scorre in tutte le Chiese, lasciamo a ciascuno la sua, e non
disturbiamole con la nostra salvezza particolare: la cristiana.
È la forte tentazione che assale la Chiesa missionaria.
‘Non si se è giusto annunciare Cristo. Forse è meglio
lasciare a quella gente la propria fede, con la quale giungerà
ugualmente alla salvezza’ (intervento al Congresso
Eucaristico di Bologna-1997). Conseguenza: oggi la missione
o si è fermata, oppure diventa un semplice aiuto
umanitario. Continuare o lasciare la missione? Cos’è la
missione? È andare a tutte le genti portando Cristo evangelicamente
vissuto, per la sua esplicita volontà. Da Mt
28,18-20 deduciamo la volontà di Cristo. Fondamento
della missione: i suoi pieni e totali poteri:
1) In cielo: il potere sacrificale per generazione temporale. Il
potere di ecclesiare e di salvare per affidamento Paterno.
2) In terra: il potere di ecclesiarsi e di irradiarsi. Su questi
poteri poggia il suo comando: andate dovunque, annunciate
il mio Vangelo, ammaestrate le genti e fatele miei
discepoli.
La missione è comandata a tutta la sua Chiesa. Ma forse è
il comando che ha perso la sua molla e aziona sempre
meno la sua Chiesa. Ora lo Pneuma dispone di un mezzo
nuovo per azionare la missione cristiana. Non è l’emulazione:
i musulmani ci bagnano il naso.
È il Visuato Paterno. Il Padre fa dono al Figlio di una certa
porzione di umanità. Affidamento al Figlio, perché il
Figlio ne faccia sua Chiesa. Per realizzarla gli occorre un
mezzo sensibile: è tutta la sua Chiesa. Noi siamo il veicolo
sensibile della sua salvezza.
1) Lo sono i missionari che vanno alle genti corporalmente
per annunciare e fecondare con il loro ingente sacrificale
la parola annunciata. Benedette vocazioni missionarie,
non solo diocesane.
2) Lo sono tutti i cristiani veri. Per noi la missione corre
su una sola superstrada: quella del sacrificale. Il solo
beneficale missionario fa pochi passi; ma il sacrificale
è missionario, e abbraccia tutto il mondo. I cristiani
veri sono i sacrificali.
Come vorrei che il beneficale fosse tutto imbevuto di
sacrificale, che incide profondamente su tutta la mondanità
della tavola, del vestire, dell’abitare e del divertire. Un
sussulto di salvezza pneumatica per le missioni. E quale
rafforzamento e rinnovo della fede!

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