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Decimo dono: il sacrificale da dirsi e da fare.
Volontà sacrificale Paterna: il mio sacrificale passivo,
inimicale sul bene inerente: umana autorità ecclesiale.
Monopolio delle coscienze. Monopolizzata la coscienza
cristiana? Le Leggi antiche: Non le manipola; non le
annulla. Affianca le sue imponendole. Così fa con le divine.
Dà efficacia alla imposizione scuotendo la paura.

Pneumatica magia quella del Visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Ci si accosta pregandolo. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Sia fatta la tua volontà sacrificale: la celeste e la terrestre.
Preghiera da dirci e da fare. Il Padre vuole il sacrificale
suo celeste. Vuole pure il terrestre: il suo e il nostro. Il
nostro attivo e passivo, il passivo cosmico e inimicale. Il
nemico mi può sacrificare i beni componenti, aderenti,
inerenti: dignità e autorità umana.
Per bene illuminare e radiografare l’autorità umana, ci
siamo accostati alla divina Figliale e Paterna. La divina è
sacrificale. L’umana genitoriale è egoisticale. E l’ecclesiale?
Il decentramento del sacrificale ha provocato una catena
di interventi egoisticali, tutti monopolizzatori. La
Chiesa si è data il monopolio: della verità, della infallibilità,
della salvezza, delle coscienze.
1) Nella Chiesa universale Paterna, per sua volontà di
accettazione del sacrificale, scorre da sempre una
coscienza istintiva egoisticale piacerale.
2) Nella Chiesa ebraica il Padre fa scorrere una coscienza
fideata legalista, facilmente monopolizzata con la
manipolazione (libello di ripudio), con la sostituzione
(korbàn) e con la ingiunzione di severissime pene.
3) Nella chiesa cristiana, Gesù fa scorrere una coscienza
fideata legalista antica e nuova.
Gesù propone alla coscienza cristiana la legge antica del
Decalogo e il comandamento nuovo. ‘Amatevi gli uni gli
altri, come io ho amato voi’: sacrificalmente. Ci siamo riusciti
a monopolizzare anche la coscienza cristiana?
a) Vediamo: è dovere riconoscere che non c’è stata
alcuna manipolazione sulla legge antica. Anzi la
Chiesa cristiana si è assiduamente impegnata a studiare
la legge antica, a metterla a fuoco e riproporla
integralmente. Ha conservato scrupolosamente il
deposito della fede.
b) Neppure c’è stata sostituzione di leggi divine con le
umane. C’è stato però un affiancamento: leggi
ecclesiastiche messe accanto alle divine con la tendenza
a equiparare in gravità le due violazioni.
Peccato grave violare le une e le altre. Pensiamo al
rigore della legge del digiuno eucaristico: se non si
faceva la comunione a stomaco vuoto era un sacrilegio
da peccato mortale.
Era egoisticità naturale che avesse a imporre le sue leggi.
È che si è messa ad imporre anche le leggi divine. Suo
compito era di far conoscere quello che si doveva mandare
in coscienza, illuminarlo e aiutare il cristiano a tradurre
la coscienza nella azione. Qui si è lasciata giocare dalla
sua egoisticità. Quello che Dio propone la Chiesa lo impone.
Per una imposizione efficace non c’era mezzo migliore
che suscitare ed agitare la paura. Di che cosa? La paura
dei castighi di Dio.
1) Suscita minacciosamente la paura dei castighi personali.
Quello che era dono sacrificale diventa castigo temporale:
tutto vi si faceva entrare: una malattia, una sfortuna,
una disgrazia, un incidente, anche la morte. Quello che
era autocondanna lo si fa diventare castigo eterno di Dio:
l’inferno. Con un solo peccato mortale si poteva piombare
in quella fornace di fuoco eterno. Per quanto lo si abbia
descritto a tinte terrificanti, non si è arrivati alla sua vera
identificazione: eterna morte dell’amore Paterno.
2) Agita trionfalmente il comporsi dei castighi sociali:
guerre, epidemie, pestilenze, terremoti, inondazioni:
tutti sbandierati come castighi di Dio per il peccato. Se
alla disobbedienza andava male subito: il Signore ti ha
castigato. Ma l’egoisticità monopolizzatrice si è scatenata
nella ingiunzione dei suoi castighi.

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